Economia Cognitiva e Comportamentale: spunti, idee, risultati

a cura di Marco Novarese

Questa pagina propone idee, spunti, curiosità e provocazioni per riflettere sui processi decisionali e percettivi delle persone, a partire da articoli, teorie economiche e psicologiche, e dalla semplice osservazione della realtà. Io chiamo Economia Cognitiva l'approccio che mescola economia, psicologia, oltre che filosofia e altre discipline: un'area di ricerca che mostra come per capire le decisioni economiche delle persone (quelle che hanno a che fare con soldi, lavoro, investimenti ...) sia necessario studiare le loro caratteristiche e modi di essere: l'economia come scienza umana. Questo approccio permette anche di capire comportamenti in ambiti diversi da quelli che nel linguaggio comune si definiscono economici. Altre riflessioni su queste tematiche si trovano anche nelle mia rubrica sul blog dell'indice dei libri: lo zen e l'arte dell'economia.


6-2-2014 Il paradosso dell'attenzione alla dieta. Un frutto abbinato a un dolce aumenta le calorie, ma ne fa percepire di meno! come attentare alla linea dei clienti (se avete un ristorante) o degli amici. I cibi sani, in generale, sono percepiti come meno calorici (e quindi l'attenzione a quello che si mangia può avere un effetto inatteso).
Qui un articolo originale (in inglese) http://www.myscp.org/pdf/short%20articles/jcps_10-00088_180.pdf e una sintesi (da Forbes)
http://onforb.es/10uI6Xe


14-1-2014 Si possono prevedere le preferenze politiche di una persona ... con domande che non hanno collegamenti ovvi con la politica? Time ci prova (anche se alcune domande non sono così neutre rispetto alla politica italiana) ... e poi tutto dipende da come si definisce l'essere conservatore o liberal ... Un gioco, divertente, utile anche per ragionare sulle previsioni (in inglese)

http://science.time.com/2014/01/09/can-time-predict-your-politics/


 

10-10-2013 Gli effetti cognitivi della musica. Imparare a suonare uno strumento musicale aiuta a diventare più intelligenti? Secondo due economisti comportamentali tedeschi, probabilmente si. L'articolo “How Learning a Musical Instrument Affects the Development of Skills” (disponibile on line gratuitamente all’indirizzo) mostra come gli adolescenti con una formazione musicale abbiano migliori risultati a scuola, migliori risultati in un test sulle capacità cognitive e una maggiore ambizione. Il problema metodologico più grande, in un'analisi di questo tipo, è legato al fatto che la scelta di imparare o meno a suonare uno strumento non è casuale. Non si può fare un esperimento in cui si obbligano alcune persone, scelte a caso, a diventare musicisti e si impone ad altri di non farlo. Allora potrebbe succedere che chi sceglie di imparare a suonare abbia caratteristiche personali o familiari diverse dagli altri e tali da influenzarne capacità cognitive, voti ... Gli autori dell'indagine cercano di ovviare a questo problema con tecniche e controlli particolari e concludono che la formazione musicale ha effettivamente un ruolo sulle capacità cognitive. L'articolo ragiona anche sulle varie possibili motivazioni per cui imparare a suonare uno strumento avrebbe questi effetti. Chi impara a suonare potrebbe diventare più coscienzioso, oppure sviluppare alcune capacità logiche utili anche in contesti diversi dalla musica, o essere più sicuro di se stesso … L'indagine confronta anche l'effetto di imparare la musica con altri corsi (teatro, danza, sport). Queste diverse attività hanno tutte un qualche effetto sulle capacità delle persone, ma gli effetti variano, in maniera non sempre ovvia…


13-10-2013. L'intelligenza del corpo. Qualche anno fa, in campagna, stavo andando a bagnare un vaso che avevo messo all'ombra di un grosso rododendro. Ad un certo punto, ormai vicino alla pianta da annaffiare avevo sentito una puntura alla mano, come se fosse stato uno spillo. Era stato un dolore improvviso, forte e localizzato ... Non me ne era, però, chiara l'origine. Poteva anche essere qualcosa tipo un crampo; oppure poteva esserci una spina nei guanti che indossavo. Li avevo tolti, avevo controllato la mano con cura e sembrava non esserci nulla. Ero quindi tornato verso la pianta. Arrivato allo stesso punto di prima avevo sentito un'altra puntura, identica alla precedente, ma più forte. In quel momento ne capii l'origine, vedendo che sul rododendro c'era un nido di micro-vespe. Qualche decina di minuti più tardi, dopo avere curato le due piccole ferite, tornai sul posto. Mio padre aveva eliminato e bruciato l'alveare. Io volevo prendere il secchio che era rimasto per terra e bagnare finalmente la pianta. Appena arrivo in prossimità del posto in cui ero stato punto, però, mi bloccai, non riuscendo, letteralmente a procedere in avanti; quasi sentendo un'altra puntura. Per riuscire a recuperare il secchio dovetti forzarmi, muovere volontariamente e a fatica i muscoli. A lungo arrivando vicino al nido, ho provato una sensazione di disagio e di blocco. Era come se il timore di quel punto fosse scritto dentro di me …


22-6-2013. Il tatuaggio come segnale.Una donna legge un libro, in spiaggia, mostrando un tatuaggio ... Immaginiamo la stessa donna, nella stessa situazione, ma senza il tatuaggio (non era permanente). In quale situazione sarà più facile che un uomo cerchi di conoscerla? Secondo lo studio di uno psicologo francese, il tatuaggio raddoppia la probabilità di ricevere advances ... Gli uomini pensano, sempre in base allo stesso studio, che sia più facile ricevere attenzione da una donna con il tatuaggio ... Chissà se è vero e chissà se qualcuno si sbaglia? questi esperimenti sono divertenti, ma sovente raccontano bufale!

http://www.spring.org.uk/2013/06/a-womans-tattoo-doubles-the-chance-of-a-man-approaching.php


30-3-2013. Imparare a parlare: il feedback. Il feedback è fondamentale per apprendere e migliorare. Come si può imparare, allora, a parlare in pubblico? Scott Berkun è un comunicatore di professione: scrive e tiene discorsi in pubblico. Si guadagna da vivere in questo modo, e non è famoso per altri motivi; quindi molto probabilmente è un ottimo comunicatore. Come spiega nel suo libro “Parlare in pubblico” (Tecniche nuove, 2010) ci sono diversi motivi per cui le persone vanno ad ascoltare qualcuno che parla. Tutti questi motivi, in termini economici, si possono riportare a una qualche forma di scarsità: l’importanza e la fama dell’oratore o il suo talento. Berkun non ha difficoltà a rivelare i segreti delle sue capacità; tanto – sostiene – pochi saranno in grado di imitarlo: per parlare in pubblico ci vuole pazienza, cura dei dettagli, conoscenza di alcuni trucchi, ma soprattutto tanta voglia di provare … Provare e riprovare il discorso, sapere alla perfezione quello che si deve dire, cercare di osservarsi e, quando possibile, studiare le reazioni degli altri (fanno domande? Cercano il contatto visivo?). D’altra parte, quando andiamo oltre la misurazione del semplice gradimento (in un esperimento, un attore ha raccolto valutazioni molto positive, fingendosi un oratore molto entusiasta e convinto, senza dire nulla!), il feedback diventa complicatissimo, se non impossibile: le presentazioni veramente importanti sono quelle che cambiano, in qualche modo, il pubblico, e difficilmente un questionario può valutare questo aspetto …


 

15-13-2013. Scelte mediche. Le scelte possono essere influenzate e guidate dal modo in cui si propongono i problemi e le diverse alternative disponibili. Ci sono rappresentazioni che stimolano comportamenti virtuosi e utili a se stessi o agli altri. Così come il marketing cerca di spingere le persone ad acquistare, l'economia cognitiva e comportamentale può essere utilizzata per definire alcune politiche pubbliche, ad esempio nell'ambito medico. Questa breve intervista videodelinea prospettive e problemi.

 


22-1-2012. Regole ingannevoli. Sto camminando lungo il marciapiede che costeggia una strada di Torino, molto larga. Anche il marciapiede è molto ampio. Sono sul lato destro. Di fronte a me arriva una bicicletta. E' sullo stesso mio lato, radente al muro, arranca in salita, ancora lontana. Al mio fianco passa un'altra bicicletta che quindi in quel momento si trova alla mia sinistra. Sembrerebbe logico, a quel punto, che ciascuno dei ciclisti rimanesse sul lato in cui si trova e passasse avanti. Una è a destra, l'altra a sinistra. Il codice della strada, però, dice che ciascuno deve stare alla sua destra; l'esatto opposto di quanto sta avvenendo. Le bici rallentano, i ciclisti sembrano perplessi; poi, nello stesso istante, decidono di cambiare lato, e, quasi, si scontrano. Il codice della strada non dovrebbe servire a coordinare? L'abitudine a seguire certe regole può essere difficile da dimenticare ...


 

10-6-2011. Segnali ambigui. Un bell'esperimento naturale si può osservare nella sede della facoltà di ingegneria a Vercelli. Generalmente, immagino, l'edificio deve essere frequentato quasi esclusivamente da studenti maschi. Quindi ha senso che il bagno delle donne, ai due piani più frequantati (il primo e il secondo) sia più piccolo. Al terzo piano, però, i bagni sono invertiti: quello più grande, a sinistra, è per le donne. Immagino che questa inversione serva a creare un pizzico di par condicio (a meno che le donne non frequentino in prevalenza quel piano). Il tutto, crea sicuramente un bellissimo esperimento naturale sulla percezione e sulla forza dell'abitudine: Nonostante sulla porta del bagno a destra (quello riservato al sesso forte) ci sia il disegno stilizzato di un ometto con i pantaloni e a destra una donna con il suo classico vestito, la regola reale che vige al terzo piano è la stessa dei due precedenti, dove - probabilmente - si formano le abitudini di frequentazione di quel luogo. Così, un uomo che entra nel bagno giusto, a quel piano, trova sguardi sorpresi di ragazze, mentre i maschi escono tranquillamente dalla porta a sinistra, incuranti di quella donna stilizzata, che ai loro occhi è, sicuramente, un maschio ... Al terzo piano, di conseguenza, chi riesce a soffermarsi sui segnali, si trova nell'impossibilità di decidere in quale bagno sia giusto andare!


 

4-6-2011. E' il pensiero che conta? Uno dei problemi classici (se non il problema) della letteratura economica e manageriale sull'impresa è quello della ricerca degli incentivi migliori per motivare i lavoratori a impegnarsi (visto che sovente è difficile, costoso o addirittura impossibile, controllare e compensare in base al merito). Alcuni autori sostengono che i lavoratori si impegnano per una questione di lealtà e correttezza con il datore di lavoro, quando hanno la sensazione di ricevere una sorta di dono (ovvero una remunerazione più alta di quella minima possibile assegnata anche sulla fiducia e non come mero strumento monetario). Questa idea è supportata da diversi esperimenti. Alcuni studiosi tedeschi hanno realizzato un esperimento per supportare ed estendere questa idea, reclutando una serie di persone per svolgere un vero lavoro (catologare i libri di una biblioteca). I partecipanti all'esperimento sono stati compensati con una certa cifra (12 euro all'ora). In diversi trattamenti, i lavoratori hanno ricevuto anche diverse forme di incentivazione: in alcuni casi era un regalo, in altri un compenso monetario di valore pari al regalo (annunciato immediatamente prima dell'inizio del lavoro e inatteso, a differenza del salario ben precisato nella fase di reclutamento di partecipanti). Confrontando i risultati con il gruppo che non ha ricevuto alcun incentivo emerge che: il regalo determina un maggiore impegno e una migliore performance, mentre l'incentivo monetario non ha effetti. Secondo gli autori il regalo trasmette l'idea di attenzione nei confronti del lavoratore (serve tempo e un'idea per trovarlo). Quando si offre la scelta tra bottiglia e denaro, le persone preferiscono il denaro. Il fatto di lasciare la scelta, però, influenza ancora positivamente l'impegno: probabilmente ancora a causa dell'attenzione nei confronti del lavoratore che il gesto sembra lasciar trasparire. (l'articolo è disponibile gratuitamente qui). (di vaquello


 

23-4-2011. Una faccia da manager. Come abbiamo visto qualche tempo fa, la bellezza sembra una caratteristica importante per prevedere il successo politico di un candidato. Una ricerca di tre studiosi americani mostra che alcuni aspetti dell'apparenza sono anche utili a prevedere il successo nel mondo del lavoro e la probabilità di diventare direttori di impresa (CEO). La metodologia usata è semplice. Prima di tutto i ricercatori hanno abbinato le fotografie dei dirigenti di importanti imprese americane con quelle di persone di analoga età e caratteristiche fisiche (alcuni tratti del viso, espressione, colore dei capelli, ...). Le foto sono state, poi, valutate da quasi due mila persone (utilizzando domande poste in forma diversa) in modo da individuare le persone più autorevoli. Ovviamente i valutatori non sapevano che una delle due persone era un importante manager e l'altra no, e non conoscevano gli obiettivi dell'indagine. I CEO sono stati percepiti come più competenti e meno piacevoli (gioviali e simpatici) delle persone che svolgono lavori diversi, o dei dirigenti di piccole imprese. Gli aspetti ritenuti rilevanti nel definire la competenenza riguardano prevalentemente la maturità del volto (rispetto ad apparenze più giovanili): i CEO appaiono più maturi e, di conseguenza, più competenti. Confrontando una serie di indicatori economici delle imprese dei manager che appaiono più maturi e competenti (in un confronto realizzato quindi tra tutti i manager le cui foto sono state utilizzate nell'esperimento) si vede che non c'è alcuna correlazione: apparire più autorevole e capace non significa esserlo ... l'aspetto del manager lo aiuta a ottenere una posizione importante, ma, poi, non permette alla sua impresa di ottenere risultati migliori; l'apparenza inganna. ("A corporate beauty contest", di JR. Graham, C.R. Harvey, M. Purj, NBER Working Paper series, April 2010)


 

13-3-2011. Praticare sport conviene? C Per praticare sport sono necessarie una serie di doti generali(fra tutte la persistenza), oltre a quelle fisiche e tecniche specifiche. Uno sportivo segnala agli altri di avere queste qualità; in un colloquio di lavoro le imprese potrebbero e dovrebbero tenerne conto. La persistenza dimostrata (o acquisita) con lo sport (insieme anche ai contatti personali che la pratica può permettere di creare) dovrebbe rivelarsi utile anche nella ricerca del lavoro. Sulla base di questi motivi, una ricercatrice francese, ipotizza che la pratica dello sport dovrebbe essere associata ad un miglior posizionamento sul mercato del lavoro (posto di maggiore qualità) Condurre studi di questo tipo è molto difficile: è possibile che chi pratica sport abbia altre qualità (non sarebbe lo sport la caratteristica rilevante, cioè, ma il fatto di praticarlo; il figlio di una famiglia indigente, ad esempio, difficilmente avrà modo di iscriversi a qualche attività; ovviamente una persona malata non pratica sport ed è sicuramente discriminata rispetto a certi lavori). Cercando di valutare tutti i fattori di questo tipo, Charlotte Cabane conclude che effettivamente la pratica sport è, di per sè, correlata positivamente con la qualità del lavoro svolto (articolo disponibile on line qui). Condu


 

30-1-2011. Il lato oscuro della creatività

Le persone creative sono, per definizione, quelle più portate a produrre idee nuove e, allo stesso tempo, appropriate per risolvere determinati problemi. C'è, probabilmente, l'idea diffusa che il genio - elemento alla base della creatività - sia, quasi naturalmente, associato alla malvagità e alla disonestà. Molti personaggi letterari abbinano queste caratteristiche.

Francesca Gino e Dan Ariely (in un articolo che può essere scaricato a questo indirizzo ) sostengono che la creatività abbia, effettivamente, un lato oscuro. In una serie di studi empirici hanno misurato la creatività dei partecipanti (utilizzando prevalentemente test di autovalutazione - forse un limite dello studio) e li hanno coinvolti in alcuni esperimenti in grado di indicare aspetti collgabili all'onesta delle persone. Comportamenti scorretti sono più probabili quando gli individui hanno modo di giustificare determinate azioni non etiche. La creatività si lega alla disonestà proprio per questo motivo: persone più creative sono più capaci di trovare una ragione per scelte che le favoriscono. I due studiosi riportano anche altre osservazioni empiriche che mostrano come chi svolge lavori più creativi sembri avere una maggiore flessibilità morale..


 

26-12-2010. Miopia (nelle preferenze intertemporali) e uso della carta di credito

Alcune persone utilizzano molto la carta di credito anche senza copertura e vanno, così, a debito. Altri individui hanno comportamenti molto diversi e non si trovano mai a debito. Due ricercatori americani hanno cercato di capire se questa eterogeneità può essere compresa (anche) in base a differenze nelle preferenze intertemporali degli individui, ovvero nella loro maggiore o minore miopia economica (il fatto di avere una preferenza più forte per avere tutto e subito, rispetto alla capacità di controllarsi e aspettare). I partecipanti allo studio sono stati coinvolti in un esperimento in cui dovevano scegliere tra ottenere una piccola cifra subito, o una cifra più grande alcuni mesi dopo. L'esperimento prevedeva un incentivo reale (assegnato ad una a caso tra le varie scelte compiute). Le persone che tendevano a privilegiare il premio immediato (più piccolo) sono risultate anche essere quelle che più sovente si trovavano ad andare a debito nella carta di credito.


 

3-4-2010. Comprare a credito è un gioco d'azzardo?

Chi partecipa maggiormente a vari giochi d'azzardo e rischio (quali scommesse sulle partite, gratta e vinci ...) tende anche a comprare con maggiore probabilità a credito. Questo emerge nell'analisi di alcuni economisti inglesi (qui l'articolo originale) che hanno utilizzato i dati di una ricerca (sempre anglosassone) in cui i partecipanti devono annotare le spese che compiono e le modalità di pagamento. Questo risultato non dipende da differenze di reddito; si ritrova infatti tra persone che hanno redditi simili. Ci sono schemi mentali che facilitano entrambi i comportamenti? Il risultato

 


21-3-2010. Il potere di un semplice "scusa"...

Scusarsi è utile? Forse si, almeno secondo i risultati di uno studio (disponibile qui, in inglese) relativo ai rapporti tra imprese e clienti. Alcuni ricercatori hanno collaborato per alcuni mesi con una impresa tedesca che vende su Ebay, gestendone le risposte ai commenti negativi o neutrali dei clienti. A seconda dei casi, in maniera casuale, a fronte di una valutazione non positiva, l'impresa: (1) si scusava (senza però ammettere alcuna colpa), (2) oppure offriva una piccola , (3) o grande ricompensa monetaria. I clienti dell'impresa non erano informati dell'esperimento e quindi il loro comportamento è stato assolutamente spontaneo. I risultati sono sorprendenti: è più facile che i clienti ritirino il giudizio negativo a fronte delle scuse (assolutamente non costose per l'impresa e proposte per posta elettronica, in maniera anonima), piuttosto che in cambio di un pagamento.

Altri lavori diversi, in passato, hanno mostrato che le persone non reagisono solo a incentivi monetari e sono interessate e essere trattate in maniera equa. I sentimenti e gli stati d'animo sono importanti ...


 

7-3-2010. I politici più belli ricevono più voti?

In Australia gli elettori ricevono istruzioni dettagliate su come votare. Queste informazioni riportano anche le foto di tutti i candidati. E' così possibile e sensato usare questo paese per testare l'eventuale effetto della bellezza dei candidati sulla loro probabilità di essere eletti. Due economisti australiani hanno realizzato tale analisi (l'articolo in inglese è disponibile per il download). In partenza un campione di persone con caratteristiche simili a quelle degli elettori ha valutato la bellezza dei candidati, assegnando un punteggio a ciascuna foto. Il voto sulla bellezza è stato utilizzato per spiegare la probabilità di essere eletto -insieme a diverse altre variabili - e ha dimostrato di avere un effetto sempre molto forte, soprattutto per gli elettori meno interessati alla politica. In assenza di altri segnali o conoscenze, le persone utilizzano indicatori semplici ed immediati ... ma, ovviamente, non accurati!7


 

28-2-2010. La trasmissione delle capacità dai genitori ai figli

Nella letteratura che si occupa di capitale umano (una bruttissima espressione che indica le capacità delle persone, la loro cultura e il sapere di cui dispongono) c'è un risultato molto chiaro e forte: i bambini di genitori con un titolo di studio più elevato, inoltre, hanno capacità (cognitive, di lettura e ragionamento) superiori a quelle degli altri. Katja Coneus and Maresa Sprietsma (due ricercatrici tedesche), in un recente studio (in inglese, scaricabile gratuitamente a questo indirizzo http://econpapers.repec.org/paper/zbwzewdip/09038.htm), hanno provato a capire la causa effettiva di questo risultato; in altre parole come fanno i genitori con un livello culturale più elevato, a trasmettere ai figli maggiori capacità? Due variabili risultano particolarmente importanti: la frequenza (prima dei tre anni) dell'asilo - utile a sviluppare, in particolare le capacità di interazione sociale - e la lettura da parte dei genitori, di storie. L'antica pratica della narrazione (per alcuni una caratteristica e un desiderio proprio degli esseri umani) permetterebbe ai bambini di sviluppare maggiormente e più in fretta le capacità verbali.


 

13-6-09. Donne, bambini e pazienza ... giochi e vita, un esperimento in India

Avere bambini impone alle persone di guardare alla vita con una prospettiva più ampia, meno mirata all'oggi: consumare meno adesso e risparmiare, per essere più tranquilli e non temere il futuro. Michal Bauer e Julie Chytilovà (economisti dell'Università di Bonn), in un articolo del giugno 2009 mostrano proprio come le donne che hanno più bambini siano più pazienti delle altre. L'analisi si basa su un esperimento condotto in alcuni villaggi rurali dell'India (realizzare questi giochi in aree di questo tipo è a volte più facile, e meno costoso, si possono motivare fortemente le persone con guadagni che in occidente sarebbero irrisori). Le donne che hanno partecipato allo studio hanno compiuto scelte tipo questa: "Prefisci 250 rupie oggi o 300 fra tre mesi?". Giochi di questo tipo servono a valutare, appunto, la pazienza delle persone. Sarebbe più conveniente aspettare, ma ci sono rischi, e c'è, soprattutto, semplicemente, l'attesa e quindi la relativa impazienza da gestire. In genere, infatti le persone in questi giochi scelgono di vincere meno, ma subito: una metafora di quanto avviene in molti comportamenti quotidiani. In base alla scelta, le donne dell'esperimento sono poi state effettivamente pagate subito o qualche mese dopo. Anche alcuni uomini hanno partecipato allo stesso gioco. Le donne si sono rivelate più pazienti, e la pazienza è collegata al numero di figli in tenera età. Quindi le donne che stanno accudendo più figli si rivelano più pazienti delle altre, oltre che degli uomini. La pazienza imposta dal ruolo materno si trasferisce anche a scelte così diverse e astratte ...

L'articolo è disponibile in rete gratuitamente (in inglese)